di Gianluca Ferrari
Cacciato di casa dal padre che l’avrebbe voluto contabile e non artista, Francesco Savanni, si ritaglierà un posto nella folla dei più importanti artisti del Barocchetto lombardo.
Elogiato dal principe della pittura del Settecento, Giovan Battista Tiepolo, come pure dai biografi a lui contemporanei, non trascorse tuttavia una vita serena.
«Tutte le figure le modelava di cera vestita di tela: formava così l’istoria intiera, quali le copiava col lume di una lucerna, ed anche col chiaro del giorno, formando sempre belle e piaciose falde»
Tra gli anni cinquanta e settanta del XVIII secolo, godette di un notevole favore da parte della nobiltà bresciana, ma sarà attore di una vita poco accorta e dissoluta tanto che fu ridotto in rovina da una scaltra prostituta, cosicché “morì con poca fortuna di denaro”.
Comments