di Gianluca Ferrari
“L’ arte è eterna, la vita breve… ora vi porrò rimedio non ho un momento da perdere”; e così la volitiva diciassettenne Evelyn Pickerling s’iscrisse alla scuola d’arte, nonostante per anni la madre le avesse ripetuto costantemente: “di volere una figlia e non un artista”; e grazie al padre che le pagò lezioni e viaggi in Italia.
“Spiritista preraffaellita al femminile” affascinata dall’onnipresenza della morte nella vita dovette combattere soprattutto con la cultura sessista del tempo.
“Un artista di nome Evelyn Pickering che, sorprendentemente per più motivi, è una
signora…”.
Così iniziava la recensione del critico del Guardian in occasione della sua prima esposizione. Il predominio di atletiche figure femminili (pare che sua modella fosse la robusta governante di sua sorella) la fascinazione per Botticelli e un intenso simbolismo contraddistingueranno lo stile della sua interessante produzione artistica fino all’esaurirsi del suo tempo terreno, dopo lungo e armonioso matrimonio con il ceramista William De Morgan.
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